“Il discorso delle stelle” di Antonio Rubino: recensione
Questa è la storia di Paolo, ma anche quella dei suoi amici, dei suoi amori. E di come tutti assieme siano riusciti a compiere qualcosa di davvero straordinario, quasi miracoloso, e credo non sia un caso che proprio da quel momento le sorti del mondo abbiano preso una piega positiva.
Perchè con gli anni il mio interesse a amore per la narrativa cresce a dismisura? Per l’arte di esprimere il reale con parole fulminee e incendiate di verità. Adoro perdermi nei racconti dei personaggi che durante la narrazione prendono forma nella mia mente per poi sentirli al fianco, come se potessi toccarli. Adoro sentire i loro sentimenti sulla mia pelle e proiettarmi nella loro vita. Perchè c’è sempre quel particolare che avrei potuto anche io vivere o che magari potrebbe capitarmi in un futuro.
E ritengo che ne “Il discorso delle stelle” la realtà prende forma in maniera così vivida da scorticarne l’anima. Il libro è tutto ciò che io adoro della narrativa.
Potrei iniziare parlandovi di Paolo, miei cari lettori, del suo excursus lavorativo, della sua crescita interiore e morale. Dei suoi sbagli, del suo malessere quando la vita lo ha spinto ai margini del baratro.
Ma vi dico che questa non è solamente una semplice storia d’amore. Il libro è un diario di vita, di quei momenti vissuti con gli occhi, col cuore e che hanno marchiato la carne.
Se nelle prime pagine il racconto ci trascina nella monotonia esercitata dalle abitudini, avviene poi la svolta. Per noi e per Paolo. E quella svolta prende il nome di tre persone importanti: Leonore, Keske e Awat.
Il rapporto tra Leonore e Paolo nasce in un giorno qualunque, con un interesse prima sui caratteri somatici così diversi che la donna si porta addosso e con un astio e atteggiamento bellicoso verso tutto ciò che racchiude l’uomo occidentale.
Quanto desidera fare l’amore con lei, baciarla e poi baciarla ancora, ogni centimetro di quel viso puro. Poco trucco, quasi assente. Natura incontaminata e mozzafiato. Che fascino poi la sua intelligenza, l’ampia cultura pur essendo ancora giovane, quel piglio aspro e arrabbiato, quella determinazione, quella padronanza di sé che poggia fiera su una struttura instabile di quell’anima ferita.
Leonore porta una ventata di novità e di energia nella vita di Paolo. E’ una donna ferita che racchiude dentro di sé una sorella uccisa e un popolo che da anni cerca di poter conquistare la libertà. Leonore è curda. Il suo paese, la Siria, è costantemente flagellato dalla guerra e lei sogna la pace, cerca di poter aiutare la sua famiglia ed il suo popolo come può. E se sul piano della politica Paolo e Leonore non riescono a capirsi, su quella della cultura e sulle tradizioni e sulla famiglia invece riescono ad esprimere i loro più puri sentimenti, fino a legarsi indissolubilmente.
Grazie ap Leonore, Paolo assiste con i propri occhi alle barbarie della guerra, assiste a quelle scene che davanti uno schermo televisivo non fanno lo stesso effetto. Perchè nello scorrere delle immagini si perde il dolore, si perde l’umanità e si ritengono episodi così lontani da non riuscire a credere che possa capitare anche in Occidente.
Ma il pensiero è il più errato che esista.
E la vita è in grado di far comprendere questo messaggio all’uomo mettendo in ginocchio l’Europa nello stesso modo in cui lo è la Siria. L’uomo riesce a comprendere che il dolore e le ingiustizie accomunano l’intera umanità, indipendentemente dal posto di provenienza.
L’intensità del messaggio agganciato a “Il discorso delle stelle” lascia il lettore sopraffatto, carico di sentimenti e di domande che forse non troveranno mai risposta.
Ringrazio immensamente Antonio Rubino per questa collaborazione🌹
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Sembra bellissimo😍