“Il mio cuore in prestito” di Shivaun Plozza: recensione

Titolo: Il mio cuore in prestito
Autore: Shivaun Plozza
Casa Editrice: Fandango Libri
Collana: Weird Young
Pagine: 288
Anno: 2021

Capisco che perché io potessi vivere è stato necessario che un’altra persona morisse, e questo vuol dire che mentre la mia famiglia piangeva di gioia un’altra veniva schiacciata dal dolore. Ma saperlo non rende meno spaventoso questo senso di incompletezza, l’impressione di essere compresa solo a metà, di essere me stessa solo a metà.

Sarebbe dovuta morire, ma a 17 anni Marlowe Jensen ricomincia a vivere con un nuovo cuore nel petto.

Tornare a scuola non è semplice come sperava, perché se prima, col suo cuore difettoso, passava inosservata, adesso è quella con il cuore in prestito. Frasi di scherno sono dietro l’angolo, pronte ad imprimere ferite sulla pelle senza accortezza.

I suoi giorni sono resi frizzanti da una madre tenacemente vegana, pronta a trascinarla nelle manifestazioni contro il macellaio della bottega a fianco, da un fratellino amante di David Bowie che adora sperimentare costumi nuovi e intraprendere nuove avventure, dalla ombrosa amica Zan Cheung e Leo, l’irritante figlio del macellaio.

Eppure riprendere a scivolare nello scorrere del tempo come faceva una volta, risulta difficile. Perché con il nuovo cuore a battere, Marlowe ha quella sensazione di vivere costantemente a metà.

Credeva di poter conoscere la famiglia del donatore, ringraziarla per averle concesso una seconda opportunità. Scrive lettere su lettere senza ottenere risposta, fino a quando dall’ospedale non giunge la triste notizia che la famiglia non vuole avere contatti con lei.

Il suo desiderio, però, rimane quello di scoprire a chi apparteneva il cuore adesso suo. Desidera conoscere tutto su quella persona che le ha donato la vita con la sua morte e la ricerca la porta anche a scoprire nuovi tratti di sé. La porta a voler sgusciare fuori dalle continue attenzioni soffocanti, a voler trovare il suo posto nel mondo.


“Il mio cuore in prestito” è un libro che ho terminato in pochi giorni perché la narrazione limpida, chiazzata di divertimento ed anche di spunti di riflessione porta il lettore a legarsi sin dalle prime pagine a quella ragazzina impacciata dentro una famiglia imbottita di stranezze.

Marlowe ci trascina nei suoi flussi di coscienza con un linguaggio semplice ma d’impatto. E’ portavoce di una tematica importante, trattata con uno spessore che non pesa. Il desiderio di conoscere il donatore del cuore diventa anche nostro. Si sa, le leggi prevedono assoluta privacy, ma ad ogni battito le domande sbocciano nella testa di Marlowe ed anche nella nostra. Riuscirà a trovare chi le ha dato la possibilità di continuare a vivere?

Soddisfare la propria curiosità sul donatore non è solamente l’unica colonna portante a cui Marlowe gira attorno. C’è la voglia di consapevolezza di sé, come persona, nel futuro. Riuscire a smussare il proprio carattere, tirarsi fuori dalla teca di cristallo. Questa suo desiderio trova appiglio e comprensione anche in Leo, costretto dal padre ad abbandonare la scuola per un lavoro che non lo soddisfa.

“Il mio cuore in prestito” è anche carico d’amore: tra amici, tra fratelli, tra genitori.  Carico anche di forza e coraggio.

Ringrazio Riccardo e la casa editrice Fandango Libri per questa collaborazione e l’invio della copia cartacea.


210 letture

Valutazione

5

Trama

5.0/5

Stile

5.0/5

Personaggi

5.0/5

Copertina

5.0/5
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