“Stupidi e contagiosi” di Giovanni Za: recensione

Titolo: Stupidi e contagiosi
Autore: Giovanni Za
Casa editrice: Fandango Libri
Anno: 2020
Pagine: 302

Di cosa credi che parliamo? Di una generazione a cui è stato detto “prendere o lasciare”, di adolescenti sbattuti dalla noia, che lottano per mangiare più di quello che serve, perché non sanno se ricapiterà.

“Vuoi essere qualcun altro?
Sei stanco di sentirti lasciato fuori?
Sei alla disperata ricerca di qualcosa di più prima che la tua vita sia finita?
Sei bloccato in un mondo che odi?
Sei stanco di tutti quelli che ti circondano?
Con i loro grandi falsi sorrisi e stupide bugie mentre tu nel profondo stai sanguinando.”

Ricorreva l’anno 2004 e i Simple Plan cantavano Welcome to my life per esprimere i sentimenti di rabbia nascenti nell’adolescenza, una fase in cui non si è più bambini ma nemmeno adulti ed ogni cosa può risultare insormontabile. Ogni richiesta risulta stretta ed ogni sogno irrealizzabile.

Leggendo “Stupidi e contagiosi” mi è subito venuta in mente proprio questa canzone, che poi è specchio di un’adolescenza di ogni generazione.

Attraverso una scrittura fluida, punzecchiata di umorismo, testi di canzoni rock n’ roll e non, viviamo l’ultimo anno di scuola, collocato nella metà degli anni 90′, di un gruppo di ragazzi che studia nel Liceo Scientifico Scacchi.

Ogni pagina è intrisa di un’atmosfera di spensieratezza, di sfrenata adolescenza, dell’ansia di dover vestire i panni degli adulti per far fronte ad un futuro incerto.

C’è la paura di questi ragazzi di non riuscire a mostrare il meglio di sé, c’è la voglia di divorare il mondo, c’è un pugno di incertezza ed una carezza di amicizia ed un battito di cuore dei primi innamoramenti.

Pagina dopo pagina, tra elezioni studentesche, autogestione, occupazione e l’agognato Interrail conosciamo le personalità, gli amori e la vita dei ragazzi prossimi alla maturità.

Federico e la sua indole alla solitudine, Moya e la forza di portare su di sé un passato turbolento a causa della precoce morte del padre e la decisione della madre nell’attaccarsi all’alcool, Alexander che ha poca voglia di parlare dei suoi tornei di tennis, Carlo Gustavo e l’attaccamento morboso alla cultura, Zeno ed i suoi amori che durano meno di un giorno, Svevo e l’importanza che concede alla politica, Mastarna che del nudismo sembra averne fatto una professione.

“Stupidi e contagiosi” è stato un tuffo nel passato, in quei giorni aggrovigliati nei problemi scolastici, tra interrogazioni e voti. E’ stata una lettura di avvolgente nostalgia. Le pagine, uno specchio in cui ci si riconosce facilmente.

Ringrazio la casa editrice Fandango Libri e Riccardo per l’invio della copia cartacea in cambio di un’onesta recensione🌼



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529 letture

Valutazione

4.25

Trama

4.0/5

Stile

4.0/5

Personaggi

4.0/5

Copertina

5.0/5
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7

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