“L’amore ai tempi del petrolio” di Nawal Al-Sa’dawi: recensione

Titolo: L’amore ai tempi del petrolio
Autrice: Nawal Al-Sa’dawi
Casa Editrice: Fandango Libri
Anno: 2020
Pagine: 172

In un paese africano senza nome una donna è partita e non è mai più tornata. Era un’archeologa e aveva una passione per la ricerca delle mummie, non indossava il velo, amava il suo lavoro, era emancipata.

Perché è sparita?

Cosa ha spinto la donna a lasciare la sua casa e suo marito?

Non aveva nulla di speciale, afferma proprio il marito durante le indagini. Anche il capo ammette che la donna non era caratterizzata da nessuna particolarità che avrebbe potuto distinguerla dalle altre.

Era una donna, punto e basta. Forse con una viscida e insulsa passione per l’archeologia e lo zappare la terra alla ricerca delle dee. Quello è un particolare su cui ha qualcosa da ridire, perché nessuna donna dovrebbe lavorare o desiderare un lavoro al di fuori di ciò che deve adempiere all’interno delle mura di casa.

E poi c’è il petrolio. Liquido e scuro che esce dalle parole, che intasa le pagine ed il racconto. Che con la sua forza attira il lettore e la donna stessa nel suo sogno. C’è un’alternanza di presente e sogno, lo spazio che li divide si rimpicciolisce a vista d’occhio fino a mescolarsi e rendere tutto quasi una chimera.

La donna è scappata per davvero? Gli uomini parlano di schizofrenia, di un disturbo mentale che l’abbia potuta spingere ad allontanarsi, ma allontanarsi come?

L’unica cosa certa è il petrolio, che aumenta il suo volume, che striscia tra la carne e l’afferra tirandola e tirandoci indietro ad ogni passo compiuto.

In “L’amore ai tempi del petrolio” non è difficile individuare il vero protagonista del racconto. Ciò che incarna il malessere. Il petrolio, che quasi prende a sé una personificazione. Maschile, si intende. Il patriarcato, l’essere maschio, superiore alla donna. La donna, le donne incapaci di scappare dalle loro limitazioni per assaporare la libertà.

Donne accondiscendenti, donne che non riescono ad unirsi e farsi valere. Donne accusate di essere inferiori culturalmente, economicamente. Donne derise quando richiedono un salario, costrette ad attendere il ritorno del marito durante la scomparsa. Donne impossibilitate a tenere carta e penna.

Donne annegate e soffocate dal petrolio.


Nawal Al-Sa’dawi è una combattente che non si è piegata al patriarcato, che ha lottato per dare voce alle donne ingiustamente oppresse. E’ stata imprigionata, ha ricevuto minacce di morte, ma non ha mai smesso di parlare e non si è mai fermata. “L’amore ai tempi del petrolio” è stato subito censurato e tagliato fuori dalle librerie in Egitto a causa della sua critica contro il regime, ma ripubblicato a Londra ha riscontrato molto successo.

E’ una lettura impegnativa, dove sogno e verità mettono in difficoltà il lettore. E’ la concreta metafora della condizione femminile nei paesi autoritari e non solo.

Una lettura profonda che non lascia indifferenti. Che non deve lasciare indifferenti.

Ringrazio la casa editrice Fandango Libri e Riccardo per l’invio della copia cartacea.


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278 letture

Valutazione

4.5

Trama

5.0/5

Stile

3.0/5

Personaggi

5.0/5

Copertina

5.0/5
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5

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