Da dove la vita è perfetta di Silvia Avallone: recensione
Autore: Silvia Avallone
Casa editrice: Rizzoli
Anno: 2017
Pagine: 384
Trama:
C’è un quartiere vicino alla città ma lontano dal centro, con molte strade e nessuna via d’uscita. C’è una ragazzina di nome Adele, che non si aspettava nulla dalla vita, ed invece la vita le regala una decisione irreparabile. C’è Manuel, che per un pezzetto di mondo placcato oro è disposto a tutto ma sembra nato per perdere. Ci sono Dora e Fabio, che si amano quasi da sempre ma quel “quasi” è una frattura divaricata dal desiderio di un figlio. E poi c’è Zeno, che dei desideri ha già imparato a fare a meno, e ha solo diciassette anni.
L’aveva chiamata Bianca. Come le cose bianche.
Come le cose pulite e piene di luce.
L’aveva chiamata così tante volte nella sua testa, specialmente nei giorni peggiori. A bassa voce, chiusa a chiave nel bagno. Alla fermata dell’autobus quando non riusciva a dormire, quando non c’era un solo posto dove potesse andare – con quella pancia.
Ne aveva seguito i movimenti dei piedi, dei gomiti, delle ginocchia attraverso la pelle. L’aveva sognata. Ma adesso che la vedeva per la prima volta , capiva che non era né conosciuta né ignota.
Era sua. Così tanto da schiantarle il cuore.
Recensione:
Siamo a Bologna, ai Lombriconi, un quartiere pieno di palazzoni accatastati uno sull’altro, addensati dal chiacchiericcio della gente, dalle televisioni con l’audio altissimo e dal rumore dei motorini dei ragazzi che si divertono a passare i pomeriggi insieme. C’è Adele, ai Lombriconi, innamorata perdutamente di Manuel dalla prima volta che lo ha visto. Quel Manuel che spaccia droga e che sogna di diventare qualcuno in quel mondo dimenticato da tutti, di diventare potente e rispettabile, gettando all’aria il proprio potenziale per gli studi. Lo stesso Manuel che la mette incinta e che scappa pur di non affrontare i problemi, quella persona che ha scelto una strada diversa dal proprio migliore amico Zeno, distruggendo quell’amicizia che li legava.
Eri un fratello per me. Ogni mattina mi svegliavo e pensavo che era un buongiorno perchè tu esistevi. Facevo tutto veloce per vederti presto. Per aspettarti sotto casa, prendere l’autobus insieme e andare a scuola. Eri la mia unica certezza.
Ma poi Manuel finisce in carcere e Zeno decide di staccarsi di dosso la pelle del narratore per vivere la storia che scrive ogni giorno guardando dalla propria finestra per sentirsi un pò più vicino ad Adele. Decide di vivere come protagonista quella storia che vorrebbe fosse vera e le sta vicino con tutto l’amore che prova, con tutta la dolcezza e la delicatezza che lo contraddistingue. Un ragazzo dall’intelligenza spiccata che a scuola attira l’attenzione di Dora, l’insegnante di italiano, sposata da anni con Fabio in un rapporto che pian piano comincia ad incrinarsi per la mancanza di un figlio.
Era così tremendo? Così diabolicamente contro natura, desiderare un figlio? Si piegò su se stessa. Non doveva piangere. Si lasciò cadere sul pavimento, stringendosi la pancia che non sarebbe cresciuta. Non avrebbe mai visto un più nella sua vita.
La voglia di rimanere incinta, di mettere al mondo un bambino, per Dora diventa ossessione. L’incapacità delle sue condizioni nel dare vita ad una creatura fa uscire il suo lato peggiore, devastare ogni rapporto per l’invidia e la debolezza.
Ma poi arriva la svolta, poi arriva il momento in cui si apre gli occhi per guardare da dove la vita è perfetta e i sogni, tutto ciò che sembrava irrealizzabile, diventa vero e concreto.
“Da dove la vita è perfetta” è un viaggio dentro la vita di persone ordinarie, così talmente simili a noi da sentire sulla nostra pelle i loro dolori, le loro debolezze, i loro sogni e le loro indecisioni. E’ un cammino tra genitori, figli ed amicizie in rapporti di lotta e responsabilità.
Valutazione:
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