“Delitto sull’Isola Bianca” di Chiara Forlani: recensione
Nella vita tutti gli eventi sono collegati. Se si prende una direzione bisogna andare fino in fondo e pagarne le conseguenze, qualsiasi esse siano. E’ questa la nostra condanna: si imbocca una strada e il resto viene da sé, buono o cattivo che sia.
E’ il 1950 e Umberto Maris è morto. Da tutti conosciuto come il Sacocia. Un uomo spregevole, fautore di debiti e torti. Così talmente legato ai soldi da portarli sempre con sé. Tutti nell’isola avrebbero voluto ucciderlo. Per prendersi i soldi, per toglierselo dai piedi, per vivere meglio. Anche la figlia, che veniva trattata come una serva. Il ritrovamento del cadavere, l’omicidio è uno scandalo per gli abitanti rimasti sull’isola.
Una terra invivibile nel mezzo del Po, dove gli abitanti alzano lo sguardo verso una città che sognano ma che sembra irraggiungibile. La campagna è insita nelle loro vene ed anche se la paura che l’acqua possa inondare ciò che rimane dell’Isola, il lavoro continua imperterrito.
Tra gli abitanti c’è Attilio, profondamente segnato dalla guerra. Un proiettile conficcato nel cranio lo ha reso diverso dagli altri. Sembra avergli regalato il dono di poter leggere i sentimenti taciuti, un’empatia che brucia la pelle e che lo ha portato ad allontanarsi da tutti. Vive di pesca, con un padre che lo rimprovera di non mangiarsi la vita e di essersi allontanato dal lavoro dei campi e aver rinnegato il ruolo di maestro nella scuola elementare. E’ da tutti chiamato il Foresto, lo straniero che vive in un’isola che conosce meglio delle sue tasche. Ed è questa sua particolare attitudine, questa sua caratteristica di maneggiare l’empatia a spingerlo al fianco dell’amico Zeri, maresciallo incaricato di risolvere il caso di Maris, nella speranza di poter trovare l’assassino e portare una parvenza di equilibrio nell’isola.
Un thriller che si annoda ad eventi passati, risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, così sconvolgenti e ancora così dolorosi. Un thriller che porta a galla l’introspezione di ogni personaggio, di cui, pagina dopo pagina si impara a conoscere azioni e pensieri. Uno stile a tratti scorrevole, a tratti statico in una narrazione comunque avvincente.
Ringrazio la casa editrice Nua Edizioni per questa collaborazione e l’invio della copia cartacea.
Davvero una bella storia 💙