“I lupi alla porta” di Soren Paul Petrek: recensione

La guerra era l’unica esperienza delle loro giovani vite. La pace era solo una fantasia.

La libertà continua ad essere un sogno, la pace continua ad essere sempre più lontana. Raggiungerla richiede coraggio, forza, azione, astuzia e pazienza. Tutte caratteristiche che Madeleine Toche è riuscita ad affilare con l’addestramento dello Special Operation Executive, ovvero il SOE.

Madeleine è l’Angelo Della Morte, sulla sua testa ha una taglia, è nemica dei tedeschi, è un’abile assassina e vuole la sua vendetta. Per la morte del fratello, per essere stata stuprata da quell’animale delle SS quando ha deciso di arruolarsi nella Resistenza. Deve uccidere uomini della Gestapo, gerarchi della SS, soldati tedeschi pur di aiutare la gente chiusa senza colpa all’interno dei campi di concentramento.

Sembra esserci un barlume di speranza quando Hitler con il suo esercito è sempre più costretto ad arretrare in Germania, ma il nemico pur di assicurarsi la vittoria decide di costruire armi più grandi. Armi più pericolose, distruttive che prevedono la fine dell’umanità definita minore per un bene di razza superiore.

In Germania, in una fabbrica sotterranea, vengono assemblati nuovi missili. Qualcosa che non si è mai visto, bombe atomiche pronte per l’utilizzo. Mentre missili V2 bombardano Londra, mentre le vite di gente innocente vengono rase a suolo, mentre anche il Pacifico è nel mirino, bisogna agire per poter raggiungere quell’agognata pace.

All’interno del SOE vengono suddivisi i ruoli. Hartmann, il temibile sicario tedesco che ha insegnato a Madeleine come uccidere, è impegnato nel favorire la fuga degli ebrei dal campo di concentramento di Dora. Madeleine dovrà distruggere l’intera fabbrica sotterranea e così impedire la crescita di nuovi armi. E poi ci sono le Streghe della Notte, il reggimento di aviazione interamente composto da donne, pronte a sorvolare i cieli. Se c’è una cosa che i tedeschi continuano a prendere sottogamba, è la forza delle donne che lottano per raggiungere la libertà, che perdono la propria vita per garantirla a persone innocenti sotto assedio. Le donne, per gli eserciti tedeschi, continuano a non essere una minaccia e Madeleine spera che ben presto inizieranno a cambiare idea.

Se con il primo volume, Coraggio, ci accingiamo a varcare la soglia della Seconda Guerra Mondiale, con il secondo volume siamo proprio ingarbugliati nell’evento culmine della guerra. Tra i tanti personaggi, rendendo il libro corale, vissuti realmente e inventati, si snodano cospirazioni, scelte diplomatiche, azioni di salvataggio, scontri all’ultimo sangue. Con la cura dei particolari, l’autore apre un ventaglio ricco di informazioni e scene vivide. Civili spezzati ingiustamente, ebrei accatastati in campi di concentramento privati del proprio passato per un presente ingiusto e terribile. Un futuro pauroso, incerto e sconcertante è quello che si presume e si conosce dopo la fine di questo secondo volume. Dunque non autoconclusivo ma che si allinea con la pubblicazione del terzo.

Ineccepibile lo stile di Soren Petrek, proprio come ho potuto ben conoscere con il primo volume della serie. Dato che in questo secondo libro si entra proprio nelle zone più calde della guerra, bisogna solo continuare la lettura, pagina dopo pagina, con attenzione e pazienza. I numerosi collegamenti, i numerosi personaggi possono far risultare la lettura a tratti difficile. Ho passato giorni in cui mi sono dovuta fermare per riepilogare quanto letto. Ma credo che sia, dopotutto, una caratteristica che vige all’interno di un romanzo storico.

Ringrazio la casa editrice Nua Edizioni per questa collaborazione e l’invio della copia.

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Valutazione

4.75

Trama

5.0/5

Personaggi

4.5/5

Stile

4.5/5

Copertina

5.0/5

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