“Stiamo abbastanza bene” di Francesco Spiedo: recensione

Titolo: Stiamo abbastanza bene
Autore: Francesco Spiedo
Casa editrice: Fandango Libri
Anno: 2020
Pagine: 336

Tu non lo sai, non lo puoi sapere, quanto è deprimente una città nella quale non posso incrociare il tuo sorriso.

Andrea ha quasi ventisei anni ed è partito.
Oppure è fuggito?
Ha lasciato la sua Napoli e con l’odore di salsedine attaccato alla pelle ha raggiunto Milano.
Ha lasciato tutto alle spalle per ritrovare se stesso…ma a che prezzo?

Adeguarsi alla frenetica vita del Nord non è facile, soprattutto quando i suoi genitori ed i suoi amici ritengono la sua decisione una sciocchezza, un’esagerazione, robe da adolescente, da liceo.

Ma Andrea non si arrende e si crea un suo posticino in un monolocale dove la muffa del soffitto sembra pian piano divorarlo mentre accetta il lavoro di sostituto portinaio.

Nomi e numeri da memorizzare e con una laurea in matematica, con un cervello che trova pace negli angoli delle numerazioni, è pronto a far fronte a quei giorni di confusione mentale ed esistenziale. Accetta di adempiere a lavoretti che lo riempiono a metà: addetto alla sicurezza notturna in un supermercato, cameriere.

Corre tra le vie di Milano, Andrea, oppure è quello che vorrebbe, ma la solitudine che si porta addosso, il vuoto che si porta dentro lo rendono lento, malinconico, vivo per metà.

Perchè è inutile negarlo, soprattutto a se stesso. E’ scappato da Napoli, ed è fuggito via come un ladro a causa di un amore finito ad un tratto, come uno schiaffo incassato inaspettatamente.

Non credere all’amore è soltanto un modo per difendersi. Non credo soltanto per poter essere smentito.

Si chiama Luisa, masticare il suo nome lo destabilizza ancora. Perchè anche se lontano, si è portato la sua essenza sotto pelle, dentro la testa, dietro gli occhi.

E vorrebbe davvero che la voce di Anastasia cancellasse il suono del sua voce, ma Luisa è un tarlo che non riesce ad estirpare.
Poi si volta e al Confine, dove lavora come cameriere, dopo i tre giorni da portinaio e quei pochi giorni da adetto della sicurezza, si tuffa negli occhi di Clara e ci vede qualcosa. Quel qualcosa che potrebbe cancellare Luisa per sempre.

In una ricerca di se stesso, Andrea crede di essersi trovato, ma poi arriva il Natale, e si sà, le feste bisogna festeggiarle a casa. Scendere al Sud lo porta a fare i conti con la realtà da cui è sempre scappato, da quella realtà che Luisa è stata capace di comprendere prima di lui.


E quando finalmente si aprono gli occhi, si toglie il velo che offuscava ciò che non riusciamo a vedere, quando si accettano i propri sbagli, quando si ammette di essere stati forse un pò stupidi, allora sì “Stiamo abbastanza bene”.

Andrea Lanzetta è un personaggio così talmente imperfetto da risultare molto reale. Si porta una solitudine addosso con cui cerca di fare i conti ogni giorno, provando ad abbattere gli ostacoli che la vita gli mette davanti.
E’ pieno di difetti. E’ ottuso, non crede in se stesso e legato per metà a pregiudizi di cui pian piano si libera.

“Stiamo abbastanza bene” è un libro che conquista il lettore pagina dopo pagina con facilità, con uno stile pulito e punteggiato dal sarcasmo molto apprezzabile. Andrea, con tutti i suoi pensieri e le sue insicurezze è lo specchio di quei giovani che trovano difficoltà nell’affrontare le responsabilità, preferendo scappare o circumnavigarle. Resta comunque impossibile non legarsi a lui.

Ringrazio la casa editrice Fandango Libri e Riccardo per questa collaborazione e per l’invio della copia cartacea.


357 letture

Valutazione

5

Trama

5.0/5

Stile

5.0/5

Personaggi

5.0/5

Copertina

5.0/5
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5

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