“Maria, nata per la libertà” di Amalia Frontali: recensione

Titolo: Maria – Nata per la libertà
Autore: Amalia Frontali
Casa editrice: Nua Edizioni
Pagine: 264
Anno: 2021

Lei, che figli non ne aveva, si sentiva proprio come una madre per quei ragazzi. E una delle poche certezze granitiche della sua coscienza era che avrebbe fatto, sempre e comunque, tutto quello che era umanamente possibile per loro, quanto una madre avrebbe potuto fare.

Teresa Conti non è Maria Peron, ma la foto sulla carta d’identità ritrae il suo viso. Non ha nulla di speciale, Maria. Dal corpo robusto, da contadina, così lontanamente simile a tutte le ragazze della sua età, si sente sempre un pesce fuor d’acqua. Ma ha fatto una scelta. La scelta che le cambierà per sempre la vita.

Fugge dai fascisti per nascondersi, con i suoi documenti falsi, in Val Grande, tra i Leoni di Montagna, i partigiani che con tutti i loro mezzi vogliono difendere la propria patria. Sin da subito, Maria si accorge di come le parole di eroismo che girano per il paese non definiscono e non descrivono la vera e dura realtà che i partigiani vivono tra i monti.

La vita è un soffio, la morte è pronta a prenderselo.

Maria è l’infermiera che quegli uomini forti e dalle personalità più disparate hanno bisogno. Istituisce un presidio sanitario per curare i feriti e salvare il salvabile. Tutti quegli uomini dapprima sconosciuti, diventano per lei importanti, come dei figli da dover mantenere in vita nella crudeltà della guerra.

Si guardava e non si riconosceva, ma non avrebbe saputo dire se la sconosciuta era la Maria di adesso o quella di prima; la partigiana o la contadina. La sua natura, il suo carattere, la sua visione del mondo erano stati alterati dalla guerra.

Nella forza d’animo, nei momenti di arrendevolezza, Maria assiste con i propri occhi alle atrocità che il passaggio della guerra nelle vie della gente va pian piano disseminando. Gente onesta, gente senza colpe, viene abbattuta per un ideale malsano, contro natura. Vacilla la religione. Lei, da sempre così devota, ha paura di cedere al peccato. Provare soddisfazione nel vedere i fascisti morire la inorridisce. Mantenere una mente lucida risulta difficile, eppure, tra tutto quel sangue di cui si è vestita, sangue degli altri, di quella gente che prova a salvare, Maria scopre anche cosa significa amare.

Laurenti Giapparize, partigiano georgiano, dalle poche parole, dai modi gentili e dalla testardaggine spiccata, è sempre al suo fianco. Maria, che crede di non avere bisogno di protezione, ma deve essere lei a proteggere tutti quegli uomini, si trova pian piano ad apprezzare il partigiano, a cercarlo con gli occhi per una stabilità dentro l’ampio caos della guerra.

Tra fughe e nascondigli, tra ferite da ricucire e disinfettare, tra morti da dover accettare, tra pallottole da evitare, tra dubbi e poche speranze, Maria Peron e tutti i partigiani, ogni giorno combattono per la libertà. Per un’Italia libera e prossima all’accettazione di un nuovo futuro.


La guerra vissuta in prima persona.

E’ così che il lettore si sente dopo aver terminato la lettura di “Maria, nata per la libertà”. Ogni dolore, ogni pallottola, ogni morte, ogni fuga, ogni combattimento riportato tra le pagine, tracciato nella realtà, marchia gli occhi del lettore, la pelle ed il cuore. Ciò che a mio parere rende un libro speciale, da tenere sempre con sé e da non dimenticare mai, è la capacità di raccontare di realtà in un modo così empatico da poter sentire la storia dentro le proprie viscere. E Amalia Frontali, attraverso tutte le sue fonti e la sua bravura è riuscita a creare un libro speciale.

Maria, Laurenti e tutti i partigiani presenti nel libro, sono davvero esistiti. Hanno davvero fatto la storia con la loro forza d’animo, con la speranza di una libertà ottenuta a caro prezzo, ma ottenuta. Maria, nata per la libertà è un libro che deve essere assolutamente letto per continuare a mantenere vivo il ricordo di tutte le vittime sotto le mani fasciste e di tutti i partigiani che hanno lottato per l’Italia.

Ringrazio la casa editrice Nua Edizioni per questa collaborazione e l’invio della copia cartacea.


Arrivò un senso di fallimento, che le strisciò nelle vene subdolo e velenoso come un serpente biblico. Una resa morale mai provata. Non serviva a niente, a niente. Tutto quello che facevano, che dicevano. Le belle parole, le idee, la Libertà, la lotta contro l’ingiustizia. Porgere l’altra guancia. Non aveva senso, né scopo. Per lei, per nessuno. Tanto era lì che si finiva. Per quanta energia si mettesse nel resistere, per quanto coraggio, per quanta forza si usasse per opporsi, si finiva lì, fantocci di pezza flosci e contorti contro un muro macchiato di sangue.


228 letture

Valutazione

5

Trama

5.0/5

Personaggi

5.0/5

Stile

5.0/5

Copertina

5.0/5
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