“Ninna nanna delle mosche” di Alessio Arena: recensione

Titolo: Ninna nanna delle mosche
Autore: Alessio Arena
Casa Editrice: Fandango Libri
Anno: 2021
Pagine: 256

Gregorio sapeva che quella terra non poteva essere casa. Che, infinitamente lontana da Berto, quella terra era una trappola. Quel deserto, quell’oceano indecifrabile, anche quella città. Era il Cile, il paese maledetto dove le sue lettere non avevano mai avuto risposta.

Lettere scritte con strazio, con la paura nel cuore di aver perso per sempre il proprio amore. Risposte mai ricevute, un silenzio che crea una voragine solitaria come la pampa del Cile, dove Gregorio è stato confinato.
Un’imbarcazione infestata di demoni e malattie è tutto ciò che è servito per portarlo fuori da Palmira e lontano da Berto. Lontano, verso l’agognata America, nel deserto che inghiotte in vampe di fuoco e un’officina che rende succubi con poco denaro. Un pianoforte che suona musiche intrise di tosse di quella donna forte e bellissima che è Dorotea, l’unica amica in cui il povero Gregorio, dalla chioma infiammata e dalla pelle abbrustolita dal sole, possa contare. E chissà cosa sta facendo Berto. Chissà se ancora vive tra i suoi pensieri, chissà se è ancora vivo.

L’Atlantico è una distesa d’acqua salata che corrode gli animi e rende più spessa la lontananza da Palmira, in quella Lucania degli anni Venti legata a fattucchiere e tradizioni dalle forti radici. Tutto ciò che è al di fuori, che macchia le corrette virtù è frutto del diavolo. Lo stesso diavolo che per gli abitanti di Palmira abitava dentro Gregorio. Quel diavolo che sembra aver raggiunto nuovamente Palmira in uno sciame di mosche.
Portano orrore nel paese e sdegno sopra la dimora di Berto, assolutamente ignaro di quelle lettere intrise d’amore. La rivelazione sembra giungere inaspettata, spinta dalle mosche, pronta a strisciare nelle orecchie e creare un ronzio perpetuo.

Gregorio è vivo. E’ vivo e Berto ha bisogno di quelle lettere, ha bisogno di raggiungerlo perché lo ama. Ha bisogno di cullarlo nuovamente tra le proprie braccia. Ha bisogno di respirarlo. Ha bisogno di ascoltare nuovamente il suo cuore battere per sentirsi completo.

Erano lettere piene di un amore insopportabile, che sporcava quei fogli con parole azzardate, parole che un uomo non dovrebbe dire mai a un altro uomo, forse nemmeno a un fratello.

Un legame che Don Silvano non aveva previsto andasse per la strada del peccato, per la strada contraria alla legge di natura e del Signore. Ha cresciuto sia Berto che Gregorio cercando di donargli ciò che le proprie famiglie non potevano concedergli. Ha cercato di insegnargli la retta via, la vita del buon giudizio. Eppure non è andato nulla per come sperava. Berto e Gregorio, così diversi dagli altri bambini, erano inseparabili e col tempo, mano nella mano hanno scelto di amarsi.
Beccati sul fatto, beccati nella consumazione del proprio amore gonfio di speranze, Gregorio è stato trascinato via da Palmira, gettato sulla prima nave e portato il più lontano possibile senza scelta di ribellione o di ritorno. Berto è rimasto chiuso nelle mura di Palmira, costretto a sposare Serafina, la ninna nannara, e a generare una vita.

Ma le lettere esistono e in una di quelle Gregorio minaccia di togliersi la vita. Don Silvano non riesce più a nascondere quel segreto e la decisione di vuotare il sacco porta Berto a scappare da Palmira, a prendere quella stessa nave, quella stessa traversata per raggiungere il suo amore con la speranza che sia ancora vivo.


Ninna nanna delle mosche è un romanzo con una carica davvero importante. Tratta dell’omosessualità negli anni Venti quando gli uomini erano ripudiati per aver scelto di cedere alla tentazione di amare una persona del proprio sesso. Quando in Cile gli omosessuali venivano condannati, venivano prosciugati e torturati. Tratta di donne con i personaggi di Dorotea e Serafina. La loro forza d’animo, il loro amore dedito a due uomini, così puro da voler percorrere lande e oceano per poter comprendere, aiutare, proteggere e sostenere. E’ la storia difficile di emigranti italiani che aspirano ad una vita migliore. E’ la processione di ninna nanne, credenze popolari, di lavori sottoterra e salnitro, di ingiustizie e di fuoco.
Uno stile particolare, quello di Alessio Arena, che ho vissuto un po’ come un onda del mare. Ti trasporta facilmente per poi rigettarti a riva con qualcosa di più profondo tra le mani.

Ringrazio la casa editrice Fandango Libri e Riccardo per questa collaborazione e l’invio della copia cartacea.


214 letture

Valutazione

5

Trama

5.0/5

Stile

5.0/5

Personaggi

5.0/5

Copertina

5.0/5
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6

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