“Tu che salvi per tua grazia” di Rosa J. Shalott: recensione

Titolo: Tu che salvi per tua grazia
Autrice: Rosa J. Shalott
Casa Editrice: Cignonero Edizioni
Anno: 2020
Pagine: 192

In paese li videro muoversi sempre insieme, silenziosi e il più delle volte soprappensiero, come conoscenti casuali che si trovassero a condividere un tratto di strada, pronti a separarsi al prossimo angolo. L’angolo che li avrebbe divisi però non arrivava mai e i due continuarono a camminare vicini ma senza sfiorarsi.

E’ il 1786 e Gabriele è tornato.

E’ tornato nel posto dove è cresciuto. Nella miseria in cui ha vissuto come un ladro orfano e rozzo. Quella miseria che cela con cura perchè ricordare il passato lo ripugna.

Adesso è Monsieur Van Etienne. Accolto in società tra personaggi illustri come una figura colta e abile negli affari. Taciturno e schivo viene invitato spesso nei salotti di gente importante, ma la sua mancata caparbietà nei rapporti sociali, lo costringe il più delle volte a rintanarsi in se stesso ed evitarli.

Con il suo passato difficile a scorrere nelle vene, Gabriele è ritornato con il progetto di creare un convitto per istruire i giovani e salvarli da quella miseria che lui stesso ha vissuto.

E’ durante le sue passeggiate di reclutamento che incontra un esserino impertinente, curioso e selvaggio. Si spoglia dell’ombra in cui vive, per mostrarsi nella grinta di una ragazzina che vuole essere educata a pari di tutti quei bambini che il Monsieur decide di aiutare. Forse per quella tenacia e consapevolezza di sè, Gabriele cede, portando Emone nella sua dimora per istruirla e aiutarla nella costruzione di un futuro fruttuoso.

Un’intesa segreta che nessuno capiva ma segretamente tutti ammiravano, come la musica: pochi sono in grado di comporla, ma tutti possono amarla.

Con il passare degli anni, tra Gabriele ed Emone si instaura un rapporto che va ben oltre quello che prevede l’etichetta tra educatore ed educando. Emone ha una mente brillante, sveglia e acuta. Riesce a comprendere il cuore di Gabriele con facilità, rispettando i suoi silenzi. E’ un legame di dipendenza e di amore.Gabriele è interstadito nel dare ad Emone i giusti strumenti per diventare dipendente in un mondo difficile. Le dona la musica, la capacità di ascoltarla, di comprenderla, di suonarla. E vorrebbe donarle anche il proprio cuore, ma il divario generazionale e la paura di tenerla ancorata quando Emone ha tutte le carte in regola di volare alto, lo costringe a mantenere le distanze.

Mentre Emone diventa una figura importante nel mondo della musica e Gabriele appassisce di giorno in giorno, la distanza imposta soprattutto dalla società riuscirà ad assottigliarsi?


Coppia difficile, questa composta tra Emone e Gabriele. Sentimenti celati, sentimenti soffocati che costringono il lettore all’apnea per tutto il libro. Fino alla fine.Ho adorato lo stile della narrazione, quella regalità d’alta epoca che delinea i contorni di uno sfondo d’altri tempi, tra porcellane, merletti e ville.

“Tu che salvi per tua grazia” è una storia d’amore difficile, che cammina su un filo di rasoio, fragile e contrastata sotto ogni punto di vista.

Ringrazio la casa editrice Cignonero Edizioni per questa collaborazione e l’invio della copia.


203 letture

Valutazione

3.75

Trama

3.0/5

Stile

4.5/5

Personaggi

3.0/5

Copertina

4.5/5
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3

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